PUNTI DI VISTA

Punti di vista. Gli spettatori si confrontano con i film.
All’uscita dalla sala si discute sulla selezione dei cortometraggi. Si sentono
commenti nel foyer: surreale, visionario, simbolico. Una spettatrice affronta
il direttore artistico con un: «Non ci ho capito niente». Un’altra è entusiasta
di non aver capito: «Mi è arrivata lo stesso una grande emozione». Punti di
vista. Dopo la proiezione di Gora del
serbo Stefan Malešević, si discute sul concetto di lentezza. Nell’epoca dello slow (forse dirlo in inglese fa più
tendenza?) qualcuno si stupisce delle lunghe panoramiche e della camera fissa.
«Non è lento, è statico», suggerisce una spettatrice. «Ma non avete visto che
il regista è allievo di Béla Tarr?», aggiunge un altro. In sala i dibattiti
sono partecipati: «Perché avete girato in inverno, non è triste? Come siete
entrati così in intimità con i protagonisti? Cosa vuol dire essere registi in
Buthan?». E le schede del voto del pubblico sono migliaia, anche con alcuni commenti: «Ottimo salvaschermo». Punti di vista.