BALLATA SENZA NOME

La commozione è densa nella sala del Teatro Vittoria.
Massimo Bubola intona Rosso su verde e
sullo schermo scorrono le immagini sgranate di quel viaggio in treno della bara
del milite ignoto da Aquileia a Roma, nel 1921. Milioni di italiani, lungo le
rotaie, vennero a salutare quello sconosciuto, riversando in quell’omaggio,
come uno sfogo liberatorio, il ricordo di quel massacro. Sul palcoscenico Nella
Pozzerle, con il capo coperto di una veletta nera, diventa Maria Bergamas.
Scelta tra le migliaia di madri che avevano avuto un figlio morto un guerra, a
Maria furono messe davanti undici bare, nella basilica di Aquileia, che
contenevano le salme di undici ragazzi morti sulle montagne. Alessandro
Anderloni legge la storia di ognuno di loro. Maria Bergamas, che ne sceglie una
soltanto, dopo averne ascoltato le voci. «Prendete lui, che non è mai stato
amato. Che lo amino ora e per sempre tutte le madri, i padri, i figli e le
donne d’Italia!» La scelta era fatta. La Ballata
senza nome avvolge il Teatro Vittoria. Il Festival 2018 è iniziato nel
ricordo.