12/08/2016

OMAGGIO AL SOTTOSUOLO

OMAGGIO AL SOTTOSUOLO

Il sottosuolo come una montagna rovesciata, o come il vuoto lasciato dalla terra che si inarca a formare le montagne. E come non pensare all’immagine dantesca della terra che, provando orrore per l’angelo Lucifero scaraventato per volere divino a conficcarsi nel centro del pianeta, si innalza a formare la montagna del Purgatorio, pur di sfuggire al contatto Satana? Non a caso ad aprire l’omaggio tematico al sottosuolo del XXII Film Festival della Lessinia, sarà proprio L’inferno di Francesco Bertolini, il colossal che nel 1911 segnò una rivoluzione nella storia del cinema italiano. Il Festival lo presenterà, nella copia restaurata dalla Cineteca di Bologna, con una nuova colonna sonora composta e diretta dal vivo dal jazzista Mauro Ottolini.

È il primo dei due eventi musicali in anteprima mondiale che il Festival presenta all’interno del tributo al mondo sotteraneo. L’altro, firmato dallo scrittore Paolo Di Stefano e dalla cantante Etta Scollo, ricorda la tragedia di Marcinelle, nel sessantesimo anniversario dello scoppio nella miniera del Bois du Cazier, dove trovarono la morte 262 persone. E alle miniere il Festival dedicherà un programma ampio e circostanziato, a partire dal film d’apertura Behemoth che accosta il reportage sulle tremende condizioni di vita (e di morte) dei minatori cinesi con una metafora delle tre cantiche dantesche: l’Inferno della miniera, il Purgatoriodei letti d’ospedale dove se ne curano le conseguenze, e il Paradiso delle città fantasma delle metropoli cinesi, miraggio di vita per cui si è disposti a lavorare in condizioni disumane, e si muore.

Di due maestri del documentario italiano, Vittorio de Seta e Luigi Di Gianni, il Festival presenterà il racconto delle miniere di zolfo siciliane e del culto delle pietre nelle grotte abruzzesi. E in questa l’indagine sul rapporto tra grotte e uomini, e sui rituali di cui le grotte sono teatro dagli albori dell’umanità, si inserisce lo spettacolare Le Dernier Passage di Pascal Mangontier, con le immagini girate nella celebre Grotta Chauvet, con le sue pitture rupestri di 36.000 anni fa.

All’esplorazione sotterranea, il Festival dedica tre filoni tematici. Il primo presenta un trio di film che, nel panorama speleologico, sono particolarmente attenti al rapporto tra il sottosuolo e l’insopprimibile desiderio dell’Uomo di svelarne i misteri. Sono L’abisso di Alessandro Anderloni, con la narrazione di ottant’anni di esplorazioni nella Spluga della Preta in Lessinia, Sótano di Marco Preti, che tratteggia la singolare figura di Giuseppe De Coriolis, e un’altra rarità, quel Siphon 1122 che negli anni Sessanta documentò la discesa nel Gouffre Berger, fin oltre i mille metri di profondità, con la solennità della colonna sonora affidata all’organo. Il secondo filone tematico è quello della narrazione d’avventura, e non poteva mancare il Viaggio al centro della terra di Henry Levin, la più affascinante tra le numerose opere cinematografiche che ha ispirato il libro di Jules Verne. Infine, un caso cinematografico tra i più rocamboleschi in Italia, quello di Ciro Ippolito che nel 1980 riuscì ad ottenere i diritti per girare Alien 2  - Sulla terra, sequel “apocrifo” del ben più celebre Alien di Ridley Scott. Uno splatter d’altri tempi.

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