INCONTRI, AL FILM FESTIVAL DELLA LESSINIA
L’incontro più intenso arriva a fine giornata, sulle scale del Teatro Vittoria, quando alcuni spettatori venuti al Festival da Venezia ringraziano con il batticuore. Hanno visto “Capo e croce, la ragioni dei pastori” e anche loro, come noi, si interrogano su come sia possibile che i pastori sardi siano costretti a imbarcarsi per Roma e protestare per diritti sacrosanti, inviolabili, elementari. Vogliono continuare a fare i pastori, ma questo meccanismo economico infernale che ci governa non lo vuole. E non vinceranno i pastori. Nella Piazza del Festival uno spettatore con un foulard e un intreccio di collane, chiede, con voce arrotondata, i cataloghi delle prime edizioni. Li colleziona. Incontri… Fabio Chiocchetti racconta dei "Misteri del Cjaslir", e il Festival parla ladino. Dall’Alto Adige arrivano anche Sarah Trevisol e Matteo Vegetti e portano i volti variopinti dei nuovi compaesani delle Alpi. Sono appena arrivati anche i sorridenti ragazzi e ragazze della giuria delle scuole di cinema europee: Berlino, Lisbona, Bolzano… E si incontrano con la giuria internazionale nella Piazza del Festival. «È un Festival dove ci si può trovare», aveva detto Martin Kaufmann, "L’uomo del cinema dell’Alto Adige". Anche Fredo Valla è tornato a questo incontro in Lessinia dopo sedici anni dal suo poetico "Ripòsino in pace". Al termine di una proiezione, una signora mi stringe la mano, e sorride, e in questo sorriso c’è tutto. «Traspariva un po’ di tristezza, nell’apertura di questa sera», aggiunge. Forse. Perché non mi nascondo il futuro, condiviso nelle tante parole spese, con un bicchiere di vino in mano, sui tavoli di legno dell’Osteria. Al Film Festival della Lessinia ci si incontra, e si condivide anche la fatica di crederci ancora.
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