GLI ULTIMI
Vito Pandolfi / Italia / 1963 / 87 min / Bianco e nero
Secondo il progetto di David Maria Turoldo, Gli ultimi avrebbe dovuto essere il primo di una trilogia mai compiuta di film ambientati nel Friuli, con protagonisti i contadini di quelle terre. Ispirato al racconto di Turoldo Io non ero un fanciullo, nel film Il ricordo del paese natio, la figura della madre, la miseria vissuta con dignità sono alcuni dei temi che emergono dalla storia di Checo, un pastorello, figlio di contadini affittuari nelle campagne del Friuli degli anni Trenta. Nonostante la sua intelligenza e sensibilità, Checo è deriso dai suoi compagni che lo hanno soprannominato, con disprezzo, Spaventapasseri. La sua sarà una vicenda di consapevolezza, emancipazione e riscatto. De Gli ultimi Giuseppe Ungaretti scrisse che è «dettato da schietta e alta poesia», Pier Paolo Pasolini che è «carico di una esasperata coerenza col proprio assunto stilistico, e quindi profondamente poetico». Un omaggio al “mondo contadino” a trent’anni dalla morte di David Maria Turoldo, soggettista e co-sceneggiatore del film, e a vent’anni dal restauro della pellicola compiuto nel 2002 dalla Cineteca del Friuli che ha concesso al Film Festival della Lessinia l’opera nella versione integrale.
Forografo: Elio Ciol, Fonte delle immagini: Cineteca del Friuli.
Vito Pandolfi
Regista e critico teatrale, si diplomò in Regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Nel 1964 fondò il Teatro Stabile di Roma. Innumerevoli sono i suoi studi dedicati al teatro italiano e le sue regie di spettacoli in cui lavorò, tra gli altri, con gli attori Luigi Squarzina e Vasco Pratolini e collaborò con Carlo Emilio Gadda. Nel 1962 scrisse con David Maria Turoldo e diresse il suo unico lungometraggio, Gli ultimi.
Credits
Sceneggiatura David Maria Turoldo e Vito PandolfiFotografia Elio Ciol, Armando NannuzziSuono Oscar D'Arcangeli, Oscar Di SantoMontaggio Jolanda BenvenutiMusica Glauco Venier EnsembleProduzione Le Grazie Film, Udine