Il pianeta azzurro
Franco Piavoli / Italia / 1982 / 88 min / Colore
«Il nascere si ripete | di cosa in cosa | e la vita | a nessuno è data in proprietà | ma a tutti in uso.» Si apre con questi versi citati dal De rerum natura di Lucrezio, Il pianeta azzurro, capolavoro del regista bresciano Piavoli. Poema anch’esso, ma per immagini e suoni anziché in parole (escluse scientemente dalla narrazione), che si snoda su tre piani, tre fili intrecciati che intessono una sinfonia riproducente il brusio della vita stessa. Sul fondo, delineata per lievi tocchi, l’esistenza biologica: luce, acqua, piante, animali, uomini. Poi l’avvicendarsi di notti e giorni, il trascorrere delle stagioni. Infine, nuda e commovente, cara e insieme estranea, la vita delle donne e degli uomini: giochi, risa, amori, lavoro, riposo, convivenza, aggressività. L’occhio-cinepresa di Piavoli, con il distacco dell’amore, tutto raccoglie e comprende – identico e immortale – nel tempo del suo filmare, che è un’ora o un anno, una stagione, tutto il tempo del mondo.
Franco Piavoli
Franco Piavoli è regista indipendente e autodidatta. Dopo aver aver abbandonato l’avvocatura, si dedica all’insegnamento e al documentario. Il suo esordio, tardivo, avviene nel 1982 per interessamento del collega e sodale Silvano Agosti. Il pianeta azzurro, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, viene accolto con entusiasmo, raccogliendo anche gli elogi di Andrej Tarkovskij.
Credits
Soggetto Franco PiavoliSceneggiatura Franco PiavoliMontaggio Franco Piavoli